Acquista IL LATO OSCURO DEL POTERE per comprendere al meglio il filo conduttore che ha portato a stilare questo I SIGNORI DEL CAPITALE E DELLA GUERRA. Nonostante il tempo talvolta lo si misuri col contagocce (per carità ci piace pure) del qui presente autore, di alcuni suoi titoli accantonati e non solo, ne è stato fatto un lavoro certosino, una rivalutazione e risistemazione non poco estenuante, servendosi anche di un rigoroso contributo altrui (d’altronde io stesso, come su un facile consiglio da “esterno”, nell’editing riguardante un testo non mio, è possibile dia il meglio). Titoli come TERRE DI FUOCO, AMORI CRIMINALI UNA MORTE SOSPETTA, SOLO PER LEI, ROMA ORMA AMOR, l’intera collana de LA ZONA GRIGIA, sono oggi scaricabili in ebook/epub così come acquistabili in cartaceo (link).
Su qualsiasi ambito e latitudine, nello stipulare, nel confrontarsi, tendenzialmente per istinto o abitudine si è soliti privilegiare un proprio ceppo, famiglia, popolo o nazione.
Così è, e così in fondo è sempre stato.
E al di là dalle convenienze di parte, siano esse tattiche, strategiche, di sigla o d’apparato, chi detiene le redini di questo mondo - e per percorsi millenari attraverso la grande usura e i culti religiosi figli di un’unica matrice - inevitabilmente obbliga a delle prassi di questo tipo.
Volenti o nolenti, chi nei riguardi di tali prassi decidesse di “svendersi” per riceverne in cambio un qualche vantaggio (nel rischio che alla lunga possa rivelarsi soltanto in apparenza) se ne prenda ovviamente le responsabilità, e d’altronde uno dei vantaggi maggiori potrebbe consistere nella consapevolezza che il gioco sia tutto lì.
La parte che invece decide di non “svendersi”, sia conscia di rimarcare, quasi, una forma di autarchia o di chiusura che non preveda - o che non dovrebbe prevedere - una sudditanza psicologica nei confronti di qualsivoglia avversario, sudditanza quando e perché dettata da argomentazioni basate su scelte di esponenziale importanza o di isolamento.
Costituisca, produca a prescindere.
A tutto ciò, l'attuale Federazione Russa potrebbe farne da eccezione: già terreno fertile per esperimenti di tipo politico-ideologico, a un certo punto nello svelamento o emersione del reale volto del capitale finanziario (illimitato o indefinito a confini, imperi o nazioni) un po’ come accadde con il nazionalsocialismo in Europa (ma con esiti che tutti conosciamo) più di recente in ambito bancario pare abbia sgombrato il campo su speculatori o usurai di un certo tipo, attirandosi dunque, negli anni, non poche minacce.
E quale è stato quindi, in tutto ciò, il risultato, la conclusione, se mai di risultato o di conclusione debba trattarsi?
Insomma Medio Oriente a parte e per ritornare alla Russia, con anche le sue difficoltà e i suoi contrasti, si direbbe come quest’ultima abbia passato l’esame nei confronti di quelle consorterie finanziarie del capitale, meritando, sotto certi aspetti, il rispetto dovuto, per quanto a sacrificio dell’Ucraìna e del suo popolo.
Così è, e così in fondo è sempre stato.
E al di là dalle convenienze di parte, siano esse tattiche, strategiche, di sigla o d’apparato, chi detiene le redini di questo mondo - e per percorsi millenari attraverso la grande usura e i culti religiosi figli di un’unica matrice - inevitabilmente obbliga a delle prassi di questo tipo.
Volenti o nolenti, chi nei riguardi di tali prassi decidesse di “svendersi” per riceverne in cambio un qualche vantaggio (nel rischio che alla lunga possa rivelarsi soltanto in apparenza) se ne prenda ovviamente le responsabilità, e d’altronde uno dei vantaggi maggiori potrebbe consistere nella consapevolezza che il gioco sia tutto lì.
La parte che invece decide di non “svendersi”, sia conscia di rimarcare, quasi, una forma di autarchia o di chiusura che non preveda - o che non dovrebbe prevedere - una sudditanza psicologica nei confronti di qualsivoglia avversario, sudditanza quando e perché dettata da argomentazioni basate su scelte di esponenziale importanza o di isolamento.
Costituisca, produca a prescindere.
A tutto ciò, l'attuale Federazione Russa potrebbe farne da eccezione: già terreno fertile per esperimenti di tipo politico-ideologico, a un certo punto nello svelamento o emersione del reale volto del capitale finanziario (illimitato o indefinito a confini, imperi o nazioni) un po’ come accadde con il nazionalsocialismo in Europa (ma con esiti che tutti conosciamo) più di recente in ambito bancario pare abbia sgombrato il campo su speculatori o usurai di un certo tipo, attirandosi dunque, negli anni, non poche minacce.
E quale è stato quindi, in tutto ciò, il risultato, la conclusione, se mai di risultato o di conclusione debba trattarsi?
Dagli Stati Uniti, suo malgrado sede delle grandi consorterie dell’odierno capitale finanziario, l’accordo, il piano - a un certo punto quasi come un patto reciproco di non belligeranza inclusivo di persuasive sanzioni - è stato e continua a essere quello di un’operazione di lento disfacimento dell’Ucraìna, fino a metterla in ginocchio per poi ricostruirla, ripopolandola a vantaggio di quelle stesse consorterie finanziarie del capitale, che brave a nascondersi, per come si è abituati a considerarle poi così tanto ebraiche o giudaiche in fondo non è detto lo siano.
Sugli stessi ebrei quindi, è un po’ come ciò che attualmente sta avvenendo in Medio Oriente per volontà del governo a guida israeliana o “millenarista”.
Paradossalmente ebrei (ma quelli veri) e iraniani, sono molto più affini di quanto non si creda.
Certo in questo caso ne è stato fomentato dell’odio etnico o una sorta di competitiva rivalità - e facendo leva sul culto religioso, culto che ha avuto l’ardire, seppur talvolta anche solo di facciata, di riunire etnie, ceppi, imperi, come dimostrarsi il caso persiano - e in questo sarebbe anche da distinguerne la specifica “terroristica”, ovvero non tanto qualcuno che difenda Israele come entità governativa, ma che lo difenda come popolo che riunisce l'etnia ebraica nel suo insieme, altro appiglio che potrebbe però giustificare l'azione non soltanto difensiva di quell'entità sionista, pseudo-ebraica o millenarista.
Sugli stessi ebrei quindi, è un po’ come ciò che attualmente sta avvenendo in Medio Oriente per volontà del governo a guida israeliana o “millenarista”.
Paradossalmente ebrei (ma quelli veri) e iraniani, sono molto più affini di quanto non si creda.
Certo in questo caso ne è stato fomentato dell’odio etnico o una sorta di competitiva rivalità - e facendo leva sul culto religioso, culto che ha avuto l’ardire, seppur talvolta anche solo di facciata, di riunire etnie, ceppi, imperi, come dimostrarsi il caso persiano - e in questo sarebbe anche da distinguerne la specifica “terroristica”, ovvero non tanto qualcuno che difenda Israele come entità governativa, ma che lo difenda come popolo che riunisce l'etnia ebraica nel suo insieme, altro appiglio che potrebbe però giustificare l'azione non soltanto difensiva di quell'entità sionista, pseudo-ebraica o millenarista.
Insomma Medio Oriente a parte e per ritornare alla Russia, con anche le sue difficoltà e i suoi contrasti, si direbbe come quest’ultima abbia passato l’esame nei confronti di quelle consorterie finanziarie del capitale, meritando, sotto certi aspetti, il rispetto dovuto, per quanto a sacrificio dell’Ucraìna e del suo popolo.
È parte, la Russia, del gran tutto, per quanto apparentemente isolata.
Lo si vede dalle alleanze bilaterali, trilaterali, anche e soprattutto quando si ripresentano all’opposto di quel che si sarebbe andati a credere.
Come dire, non posso abbatterla? Mi ci alleo.
Lo si vede dalle alleanze bilaterali, trilaterali, anche e soprattutto quando si ripresentano all’opposto di quel che si sarebbe andati a credere.
Come dire, non posso abbatterla? Mi ci alleo.
Il resto è tifoseria, sia essa ideologica o territoriale, odio o disprezzo talvolta giustificato dal fatto che nello stipulare, nel confrontarsi, tendenzialmente per istinto o abitudine si è soliti privilegiare un proprio ceppo, famiglia, popolo o nazione, come detto in apertura a questo testo.
La Russia non la si potrebbe neanche considerare come anti-europea, se lo è, lo è unicamente per circostanza, si direbbe “a oltranza”, in base a eventi o nuove strategie.
L’Europa invece, e in raffronto a tali consorterie finanziarie del capitale, sul cosiddetto riarmo è da rintracciarsi sulla scia di quella che fu la Germania nazionalsocialista, quantomeno come intenzionali modalità strategiche da parte di dette consorterie (salvo poi, allo stesso modo, ribellarsi a tutto ciò).
E una realtà basata su simili presupposti, ci dice dunque che quelle schiere politiche speranzose a una pace sul conflitto russo-ucraìno dovranno attendersi invece ben altri e ulteriori conflitti?
Se questo è l’Occidente…
La Russia non la si potrebbe neanche considerare come anti-europea, se lo è, lo è unicamente per circostanza, si direbbe “a oltranza”, in base a eventi o nuove strategie.
L’Europa invece, e in raffronto a tali consorterie finanziarie del capitale, sul cosiddetto riarmo è da rintracciarsi sulla scia di quella che fu la Germania nazionalsocialista, quantomeno come intenzionali modalità strategiche da parte di dette consorterie (salvo poi, allo stesso modo, ribellarsi a tutto ciò).
E una realtà basata su simili presupposti, ci dice dunque che quelle schiere politiche speranzose a una pace sul conflitto russo-ucraìno dovranno attendersi invece ben altri e ulteriori conflitti?
Se questo è l’Occidente…