CAVALLI VINCENTI

A regnare, in occidente, sono soprattutto strategie di tipo imperialistico, che possono incidere su dispute fra nazioni, ma a cui ci si può sentire autorizzati a considerarle anzitutto come “cosa unica”, ovvero procedenti da un unico vertice, e per questioni inerenti a sistemi di economia complessiva, di debito pubblico e creazione di moneta.

E si può ben immaginare cosa sia stato e cosa sia questo tipo di vertice: dopo essersi tolto di mezzo quei fascismi originari - non perché a esso differenti ma perché improvvisamente avversi - per contenere, come contrappeso, alle risultanze sovietico-partigiane uscenti “vittoriose” dall'ultimo conflitto bellico (‘39/’45), si è partiti con la creazione e il conseguente utilizzo di un’estrema destra, tramutatasi in alcuni casi nel consolidamento di regimi assolutistici, fino a sposare invece, in tempi più recenti, cause “sinistre”, fuorvianti, per alcuni aspetti, gli stessi dettami di base di un’ideologia socialista, comunista o di sinistra: che questo potere, queste oligarchie illuminate, fossero un tempo a favore del concetto di famiglia tradizionale e contro l’aborto e ora non lo siano più, che fossero contro il femminismo e il divorzio, e ora invece ne siano strenuamente a favore, tutto ciò è stato unicamente pensato per una gestione delle comunità internazionali attraverso residuali ideologie contrapposte fra loro, in tal senso è stato unicamente congeniale a un loro profitto per il controllo dei destini dell’umanità, in cui il cosiddetto “pensiero unico” è un modo come un altro per partire da un presupposto, ma di cui per parte loro, in fondo, se ne potrebbe pensare, o credere anche l’opposto.

E d'altronde per quanto ci sia stato un punto di ripartenza per gettare nuove basi speculari al cospetto di sperimentali regimi assolutistici, questo “pensiero unico” difficilmente lo si vedrà tramutarsi e consolidarsi appieno in potere politico o gestionale: chi ne ha ideato la strategia, sa benissimo che così non sa da fare, per cui, in forma meno pronunciata che in passato, sarà seriamente probabile assistere, così come sta già avvenendo, al formarsi continuo di governi che non prevederanno, in risposta, un’altrettanta volontà da “pensiero unico”, ma si predisporranno, semmai, nel tentativo di riformare una nuova rinnovata normalità, nell'attesa di comprendere fino a che punto, di volta in volta, quelle consorterie verticistiche siano disposte ad adeguarsi al “cavallo vincente”.